La promessa della creatività – post 2

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La rotta di navigazione

Post n. 2 – 27 giugno 2020

Freud fu un grande maestro e, come tale, ebbe ottimi allievi.
Alcuni tra questi si assunsero il compito, anche culturale, di differenziare e distinguere pubblicamente le proprie posizioni da quelle freudiane e, per questa ragione, serie spaccature vennero a determinarsi all’interno del movimento psicoanalitico: la prima attorno al 1913 ad opera di Carl Gustav Jung (1875-1961), la seconda attorno al 1931 ad opera di Sándor Ferenczi (1873-1933).
Sia Jung che Ferenczi svilupparono ipotesi fondamentali che mi hanno permesso di mettere a fuoco la direzione dell’indagine sulla creatività.
Jung, con la sua concezione teleologica dello sviluppo della psiche individuale, chiarì che non tutte le pulsioni non presenti alla coscienza, ad un certo stadio della sua evoluzione, sono tendenti al disadattamento sociale.
Ferenczi, con la sua concezione dei meccanismi della regressione e della loro funzione anche terapeutica, aprì la strada ad un suo allievo, Michael Balint, che ipotizzò e illustrò quella condizione psichica specifica, sottesa al cosiddetto “flusso creativo”.
‎Fin qui la seconda tappa del mio veleggiare tranquillo, avendo lasciato il porto di partenza del fondatore della psicoanalisi.
Il viaggio s’intitola La promessa della creatività e questo secondo post aveva lo scopo di indicare a grandi linee la rotta di navigazione, un itinerario di pensiero, che intendo percorrere sulle acque del blog.

Nel frattempo possiamo attraccare per poco presso una pagina di Donald Woods Winnicott (1896-1971), forse utile a rinfrescare ciò che scrivevo nel post precedente a proposito della prospettiva freudiana sulla creatività e sugli artisti, e del perchè questa prospettiva non mi convincesse neanche da giovanissima: anche allora mi muovevo, evidentemente, sul piano dell’intuizione introversa…
Se volete unirvi alla navigazione durante questa sosta, ne sarò contenta; Winnicott – tra l’altro e in maniera tangente al nostro tema – ha avuto il grande merito di sfoltire la retorica vigente sulla figura della “madre” come origine primaria di qualsiasi possibile meraviglia o nefandezza il figlio avesse a realizzare nel corso della propria vita.
Con lui abbiamo scoperto una volta e per tutte – le volte e le madri – che ai figli bastano, per crescere, genitrici “sufficientemente buone”.
Nè diavoli, nè angeli.

Donald Woods Winnicott (1896-1971)

‎”Là dove la psicoanalisi ha tentato di affrontare l’argomento della creatività ha perso di ‎vista in grande misura il tema principale. Lo scrittore analitico può avere preso in ‎considerazione qualche illustre personalità nelle arti creative e ha cercato di fare ‎osservazioni secondarie e terziarie, ignorando tutto ciò che si potrebbe chiamare ‎primario. Si può prendere Leonardo da Vinci e fare importanti ed interessanti commenti sul ‎rapporto tra il suo lavoro e taluni eventi che ebbero luogo nella sua infanzia. Molto si può ‎fare intessendo i temi del suo lavoro artistico con la sua tendenza omosessuale, ma questa ‎e altre circostanze nello studio dei grandi uomini e delle grandi donne scavalcano il tema ‎che è al centro dell’idea di creatività.
È inevitabile che tali studi di grandi uomini ‎tendano ad irritare gli artisti e le persone creative in generale: può essere che questi studi ‎che noi tentiamo di fare siano irritanti, perché sembrano voler spiegare perché ‎quest’uomo è stato grande e quella donna ha raggiunto grandi cose, ma la direzione ‎dell’indagine è sbagliata. L’argomento principale viene aggirato, quello cioè dell’impulso ‎creativo in se stesso.”‎

Winnicott D.W. (1971), Gioco e Realtà,
trad. it., Armando, Roma, 199718 (125-126).

N.B.: in copertina ritratto di Winnicott, liberamente rielaborato.
Originale a questo link.‎

Pubblicato da Marina Greco

Pianista, laureata in psicologia dell’educazione, studiosa di psicologia analitica e tecniche di apprendimento, si occupa di progettazione didattica per la promozione dell’educazione interculturale, e di gestione online di risorse, strumenti, metodi e tecnologie per la condivisione delle conoscenze. È docente di Pratica e Lettura Pianistica al Conservatorio di Musica “Ottorino Respighi” di Latina e collabora con i Missionari Saveriani alle iniziative del Centro Documentazione Saveriani Roma.

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