Mala tempora currunt

Mala tempora corrunt
o
“Dell’insoddisfazione interessata”.

Sarà che l’inizio del nuovo anno porta con sé anche qualche “proposito” e la voglia di riprendere a scrivere su questa rubrica…
Allora eccomi di nuovo qui, e vorrei proprio iniziare con tre paroline; che siano il proposito per il nuovo anno?

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Polarità

Intorno al 1942 in Gran Bretagna, Simone Weil, mentre preparava il suo ultimo capolavoro, La prima radice, esaminava documenti, rapporti, bollettini, riviste, bozze di progetti costituzionali su incarico di France Combattante, in un contesto di guerra volto a liberarsi del nazismo e ispirato alle idee del generale de Gaulle. Fu così che mise a fuoco una serie di “bisogni dell’anima” – come lei li chiamava – in coppie di opposti:

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La promessa della creatività – post 4

Verso una definizione impossibile?

Psicoanalisti e psicologi, studiosi dei processi creativi, hanno costruito molte definizioni di creatività; qui ne riporto un paio per me particolarmente interessanti:

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Caricature

Le caricature non piacciono a tutti. Se riguardano temi religiosi, tra i fedeli piacciono ancor meno. Non voglio entrare nella complessità del dibattito sulle caricature, sugli sberleffi, sulle prese in giro in generale. Le religioni, tutte, offrono spesso il fianco ai carticaturisti.
A proposito! In margine alle diverse performance trasmesse al recente Festival di San Remo 2021, una in particolare ha suscitato commenti anche di prelati che la sanno lunga, e che hanno parlato di esibizione caricaturale e blasfema, per concludere con una ferma presa di distanza, se non con un’esplicita condanna. Non è una novità: stessa cosa era accaduta nel 2020 al povero Benigni con l’interpretazione del Cantico dei Cantici. Sarà una nuova abitudine? Ma no!
Le prese in giro sulle religioni sono frequentissime, non occorre aspettare il Festival di San Remo.

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La promessa della creatività – post 3

Le tre aree della mente

Post n. 3 – 26 luglio 2020

Nel 1958 Michael Balint, cui ho fatto un rapido riferimento nel post n. 2 del 27 giugno, pubblicò un articolo intitolato The Three Areas of the Mind, che confluì nel testo del 1968, The Basic Fault (in italiano Il Difetto Fondamentale).

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Perdita

In questo periodo di progressivo deconfinamento mi chiedo cosa riusciamo a scorgere della nuova fase che stiamo attraversando.
È possibile parlarne già?
Provo a fare il punto della situazione dalla mia personale prospettiva e mi sembra di vedere che l’universo indifferente e arrogante della globalizzazione sia divenuto un mondo incerto, attraversato dal tragico dell’esistenza; le sue mille sfaccettature si riflettono nella mente e nella vita quotidiana di ciascuno.
Come inquadrare questo fenomeno, che ha posto fine alla consueta accelerazione della produzione (e dei viaggi), e ci obbliga a fare i conti con l’imprevisto? E, soprattutto, come fronteggiarlo?

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La promessa della creatività – post 2

La rotta di navigazione

Post n. 2 – 27 giugno 2020

Freud fu un grande maestro e, come tale, ebbe ottimi allievi.
Alcuni tra questi si assunsero il compito, anche culturale, di differenziare e distinguere pubblicamente le proprie posizioni da quelle freudiane e, per questa ragione, serie spaccature vennero a determinarsi all’interno del movimento psicoanalitico: la prima attorno al 1913 ad opera di Carl Gustav Jung (1875-1961), la seconda attorno al 1931 ad opera di Sándor Ferenczi (1873-1933).

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La promessa della creatività

Premessa di una promessa.
Post n. 1 – 21 giugno 2020

Nel lungo percorso di studio intorno alla musica non ho mai cessato di rimanere affascinata ‎dal tema della creatività. Fin da bambina mi sono sempre chiesta per quale via i grandi ‎musicisti avessero accesso alla loro ispirazione e da quale segreta fonte attingessero i ‎contenuti e le tecniche che rendevano così belle e solide le loro opere.

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Deus ex machina

Nell’attraversare indenni il tempo di emergenza sanitaria, i più hanno agito in base alla logica della resilienza: provare a far “funzionare” la vita ordinaria, nonostante tutte le restrizioni straordinarie.

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